La mia esperienza con l'account Monzo
Una delle prime cose da fare per
iniziare a lavorare nel Regno Unito, oltre alla procedura per ottenere il
National Insurance Number, ed attivare un numero di telefono inglese
(l’indirizzo è relativo, dato che per i primi tempi può andare benissimo quello
dell’ostello dove alloggerete o quello del divano del posto dove dormirete,
tranne che abbiate trovato una camera o una casa prima ancora di partire) è
l’attivazione di un conto corrente inglese.
Io, ingenuamente, o meglio,
abituato alla tradizione, ho dovuto attendere che il mio datore di lavoro (vale
a dire la catena di caffetterie dove ho iniziato a lavorare) mi preparasse una
lettera di raccomandazione per assicurare la mia affidabilità come correntista,
al fine di poter procedere all’apertura di un conto corrente.
L’idea di avere uno sportellista,
un consulente et similia, per i primi tempi mi ha confortato, mi ha “fatto
sentire adulto”. Ma materialmente è stata solo una “perdita di tempo” (lo metto
tra virgolette per un ben determinato motivo). Un aspetto che non ho valutato
all’epoca era la crescente presenza del fintech (vale a dire del sistema
finanziario legato al mondo tecnologico, nel quale lo sportello è sostituito da
un’app e tutto l’iter per qualsiasi servizio bancario passa attraverso internet
ed uno smartphone.
Ovviamente non è tutt’oro quello
che luccica, occorre compiere controlli sulle licenze e sulla presenza o meno
della “protezione europea sui depositi” Financial Services Compensation
Scheme (FSCS, una specie di assicurazione riconosciuta a livello europeo
per tutti i depositi bancari fino a 85'000,00£, circa 90mila euro).
Come sapete ho diviso il mio
macro budget in 3 aree: “spese”, “investimenti” e “spesa alimentare e sfizi”.
Ebbene, la necessità di creare 3
diversi salvadanai per rendere più difficile essere esposti alla tentazione di
“prelevare selvaggiamente” da un unico fondo, ed al contempo rendere più
efficiente ed efficace tenere traccia delle spese, rende quantomai interessante
attivare più conti correnti.
In questa prospettiva il fintech,
meno macchinoso e meno burocratico, sebbene richieda un minimo di sforzo nello
studiare a CHI si affida il proprio denaro, offre dei vantaggi che non sono
pareggiati dal sistema bancario tradizionale.
Ciò è un vero e proprio deal
maker se, come me, siete amanti del “tutto e subito”, laddove, in questo caso,
si intenda una immediata apertura del conto con tutto quanto vi è collegato,
dovendo aspettare solo pochissimi giorni per la debit card (il
bancomat).
In questa prospettiva, per il
mercato inglese (quello che mi interessa più da vicino, vivendoci) uno dei
protagonisti (per me) più interessanti è Monzo.
L’attivazione del conto è
particolarmente semplice: dopo aver installato l’app, basta scansionare il proprio documento,
registrare un “video di conferma” della propria identità, inserire il proprio
indirizzo ed è praticamente fatta!
La debit card diventa
immediatamente attiva sul vostro Google Wallet o sul vostro Apple Wallet, pochi
giorni dopo vi arriverà anche la carta fisica che potrete attivare all’interno
dell’app.
L’account generalmente offerto è
un account base, in pratica offre la sola possibilità di ricevere bonifici e
provvedere a pagamenti. Il prelievo di denaro è gratuito. Insomma è uno
strumento utile per prendere dimestichezza con l’idea di avere un conto
corrente, ed al contempo non dover pagare per mantenerlo.
Ciò che rende questa banca
interessante, però, è la possibilità di creare dei depositi (chiamati pot)
simili a salvadanai standard, che quindi sottraggono le somme di denaro ad essi
destinate rendendole indisponibili per la spesa, ma al contempo conteggiandole
nella giacenza media del conto corrente, sia dei veri e propri conti deposito
che versano un interesse.
Il più interessante di questi è
il CASH ISA (vale a dire un conto deposito fino a 20'000,00 £, che genera un
interesse totalmente esentasse). A tale conto, che chi può deve massimizzare il
prima possibile, se ne aggiungono altri i cui interessi generati sono tassabili
(superate determinate soglie di reddito), che hanno la ulteriore caratteristica
della disponibilità del denaro, se si decide di prelevarlo, entro le 24 ore
successive, ed infine i conti deposito a scadenza fissa, che a fronte della
indisponibilità del denaro per un determinato periodo di tempo, offrono tassi
di interesse decisamente più alti.
Al momento il mio conto Monzo è
ripartito il 3 macro aree: la funzione principale è quella di fungere da
deposito per le spese fisse (affitto, telefono e Travelcard), il CASH ISA che
riceverà crescenti attenzioni nei prossimi mesi, ed uno dei depositi che
versano interesse, ma con disponibilità immediata, per stivare il fondo
emergenze, ma al contempo rendere produttivo quel denaro, che altrimenti
sarebbe infruttuoso.
Da quando usufruisco di questa
ripartizione, devo dire che, sebbene gli interessi al momento riscossi siano
risibili, svegliarsi ogni mattina e vedere che comunque quel denaro che mi
serve come rete di sicurezza, sta comunque generando altro denaro (rendendo
l’accumulo leggermente più veloce), mi rende felice: paradossalmente sono
spiccioli per i quali non ho dovuto lavorare.
Consiglierei il servizio offerto
da Monzo? Indiscutibilmente si! Ha dalla sua la facilità di utilizzo e la
possibilità di cominciare sin da subito ad “investire” (sarebbe più corretto
dire “proteggere dall’inflazione”)il proprio denaro, cosa che la rende
particolarmente conveniente se si intende usarla come base per il fondo
emergenze.
Sarebbe anche bello vedere
espandere i servizi offerti integrando la possibilità di creare un proprio
portfolio titoli o di accedere alla possibilità di acquistare ETF che versino
dividendo.
Progetti per il futuro ? Ebbene,
conto di usare anche il denaro che dovrebbe essere destinato a pagare
l’affitto, telefono e trasporti all’interno di uno dei conti che generano
interesse per ricavare quanta più utilità possibile dalla loro breve permanenza
su questo conto e, a fine novembre, se vorrete, vi racconterò com’è andata.
DISCLAIMER: NON SONO SPONSORIZZATO DA NESSUNO, MONZO NON MI HA PAGATO PER LA RECENSIONE, ED IN OGNI CASO E' LA MIA ESPERIENZA PERSONALE, NON SONO UN BROKER O UN CONSULENTE FINANZIARIO PROFESSIONISTA, QUINDI PRENDETE QUANTO SCRITTO PER QUELLO CHE E'.
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