Prima Casa: è un investimento o no?

 


L'acquisto della prima casa è visto spesso come il miglior investimento per quasi tutte le famiglie. 

La definizione di investimento che mi piace adottare, che influenza il mio approccio alla finanza personale, è quello di considerare investimento tutto ciò che consenta di supportare la propria vita anche in assenza di un lavoro.

Quindi l'acquisto della prima casa risulta essere piuttosto “una liability”. 

Ma è corretto considerarla così? O possiamo inquadrarla in una "via di mezzo" ?

E' importante notare come l'acquisto della prima casa per abitarci, non per locarla, sia una buona base per generare ricchezza nel futuro.

Infatti, se un approccio più diretto all’investimento suggerirebbe di acquistare l'immobile e poi locarlo ad altre persone al fine di crearsi una rendita; l'acquisto della prima abitazione, fatto con l' intenzione di abitarci può essere visto come un vero e proprio piano d'accumulo, che consentirà alle generazioni successive alla nostra utilizzare quell’immobile affittandolo proprio per ottenere una rendita o di venderlo, se il mercato sarà favorevole, ed usare il denaro ricavato per investirlo in altri settori.

In questo post, non avendo ancora avuto io stesso in prima persona esperienza con l'acquisto di prima casa, ho deciso di proporvi una piccola intervista ad alcune delle persone del mio giro più ristretto di amicizie, che mi hanno concesso di conoscere parte del loro approccio al risparmio e parte delle motivazioni che hanno supportato l'acquisto della prima casa.

Anche a fine di mantenere al massimo la loro riservatezza, non verranno mai indicati gli importi pagati e l'attuale reddito delle persone intervistate ei nomi compariranno soltanto con la lettera iniziale. Spero che comunque la lettura risulti gradevole e informativa come fare queste domande lo è stato per me.  

 

Prima domanda: che rapporto hai avuto con il denaro e quando hai cominciato a vivere da sola?

R: il rapporto che ho con il denaro non è mutato dopo essere andata a vivere a casa "nuova". Naturalmente però occorre evitare spese folli quando le esigenze connesse alla casa lo richiedono...

F: credo di aver sempre avuto un rapporto sano con il denaro: ho da sempre risparmiato per acquistare ciò che mi serviva e per gli obiettivi che mi davo. Ho iniziato a vivere da sola nel 2015, a 24 anni durante il dottorato di ricerca.

A: rapporto con il denaro sempre rispettoso. Non ho mai sperperato e sono sempre stata parsimoniosa. Questo mi ha portato ad avere il gruzzoletto da parte che mi ha permesso di cimentarmi nell'acquisto di un immobile. Ho iniziato a vivere sola per ''necessità sanitaria'' (al tempo della risposta si era nel pieno dell’emergenza Covid-19, ndr), ovviamente ora che ne sono uscita sono ben contenta di star sola.

I: mi reputo una persona parsimoniosa e lo sono sempre stata. Anche quando a 19 anni sono andata a vivere da sola in una città lontana dalla mia famiglia per studiare all'università, ho saputo gestire i soldi a mia disposizione senza gravare troppo sulle spalle dei miei genitori. Fortunatamente, poco dopo la laurea ho iniziato a lavorare in modo abbastanza regolare, con uno stipendio medio. Per lavoro ho vissuto in varie città, ma senza troppe difficoltà (economiche).

Seconda domanda: perché la scelta di comprare una casa, rispetto ad andare in una casa d'affitto?

R: non è stata una scelta, nel senso che mio marito, la casa (benché grezza), l'aveva già.

F: dopo essere stata in locazione per più di 2 anni, la decisione di acquistare casa è venuta spontanea: i canoni di locazione mi sembravano inutili visto che la città in cui vivevo era ormai diventata quella definitiva.

A: ho preferito acquistare piuttosto che affittare perché personalmente vedo la locazione come uno spreco di denaro. Con l'acquisto mi assicuro che dopo un tot di anni l'immobile sarà di mia proprietà, con la locazione invece non ho questa sicurezza e potrei perdere casa a discrezione delle esigenze del proprietario.

I: definita la mia sede lavorativa, ho ritenuto opportuno acquistare casa. Mi è sembrato un giusto investimento, rispetto al pagare l'affitto che è fine a sé stesso.

Terza domanda: quali passaggi hai affrontato per arrivare all'acquisto?

R: per completarla, abbiamo attinto ai nostri risparmi senza accendere mutui o prestiti.

F: sicuramente sono partita con un bel gruzzolo risparmiato e che ho utilizzato integralmente per la ristrutturazione completa dell'immobile. Il resto è stato merito delle famiglie che io e mio marito avevamo alle spalle: grazie alla vendita di altri immobili di loro proprietà ci hanno aiutato acquistando metà ciascuno la casa che abbiamo cointestato senza dover ricorrere ad alcun mutuo. Si sono occupati, inoltre, di corrispondere tutte le spese extra (agenzia immobiliare, spese notarili e tasse).

A:  I passi per acquistare sono stati:

1) il risparmio, non voluto onestamente... sono sempre stata parsimoniosa;

2) dopo essermi resa conto di avere dei soldi ''seri'' sul conto, mi sono recata in banca per comprendere esattamente quali fossero le mie possibilità di acquisto e che tipologia di contratto di lavoro avrei dovuto avere per poter richiedere un mutuo.

La visita in banca prima che in agenzia è stata profetica.. Vedere case fuori budget è un errore che in molti commettono.

3) mi sono affidata a tutte le agenzie sul mercato, non volevo precludermi nulla, a me serviva la casa , chi me l'avesse venduta poco era rilevante;

4) trovata la casa (dopo c.ca due anni) ho iniziato lo studio matto e disperatissimo dei tassi girando i vari istituti di credito. Le garanzie richieste sono la stabilità finanziaria e lavorativa, se una delle due vacilla è richiesto un garante.

I:  io e mio marito, quando abbiamo acquistato casa, avevamo una discreta somma da parte (entrambi abbiamo iniziato a lavorare presto) tale da consentirci di chiedere un mutuo al 50%.

Abbiamo impiegato tanto tempo per scegliere il tasso d'interesse ideale: ci siamo informati molto e abbiamo chiesto vari preventivi, anche online. Alla fine abbiamo ottenuto un tasso davvero conveniente (grazie a siti di comparazione).

Essendo dipendenti statali, è stato sufficiente mostrare copia della busta paga, documenti personali e documenti relativi alla casa da acquistare.

 Quarta domanda: utenze & co. come si attivano?

R: essendo una casa nuova, non abbiamo fatto cambi di intestazione sulle utenze ma direttamente intestazioni a Lorenzo, ad eccezione dell'acqua, che dividiamo con cognata e suocera.

F: è bastato rivolgersi al vecchio proprietario e ottenere i codici degli allacci da lui già attivati. Tramite questi, abbiamo contattato i fornitori di nostra fiducia ed instaurato nuovi rapporti a nostro nome.

A: il telefono/internet l'ho trasferito da casa di mia nonna, dove lo avevo attivato precedentemente, a casa mia attraverso il call center dell’operatore telefonico.

Trattandosi di condominio per l'acqua e la quota condominiale  ho dovuto semplicemente contattare l'amministratore di condominio.

Per il gas ho dovuto attivarlo da zero perché il vecchio proprietario era moroso. Ho proceduto completamente in modalità telematica, contattando il distributore di zona del gas e successivamente l'ente che lo commercializza.

Per la corrente elettrica ho eseguito una semplice voltura dall'intestazione del vecchio proprietario alla mia, anch'essa tramite call-center.

I: per quanto riguarda le utenze, abbiamo contatto i fornitori gas/energia dei precedenti proprietari di casa per fare la voltura.

Dando i nostri dati, le utenze sono state intestate a noi.

Attivando l'addebito diretto sul conto corrente abbiamo usufruito di alcune agevolazioni (no caparra e qualche piccolo sconto).

Grazie mille a tutte voi per avermi concesso parte del vostro tempo e condiviso la vostra esperienza con me e con i lettori del blog. 


Ovviamente questi sono quattro casi che non rappresentano un campione statistico. Però dalle risposte possiamo notare soprattutto che è necessario risparmiare, prima di valutare l'acquisto.

Altra cosa fondamentale è quella di valutare i costi e gli importi massimi finanziabili in base alle proprie possibilità economiche, non in base a quello che vediamo sulle riviste.

Infine è importantissimo notare che la scelta di acquistare è stata fatta successivamente all' aver trovato un impiego che “costringeva” le intervistate a trattenersi in una determinata area geografica.

Questo in parte conferma che l'acquisto di un immobile per abitarci, e non per ricavarne una rendita, è per sua natura un piano di creazione di ricchezza a lungo termine che però consente di godere immediatamente della sicurezza di avere un posto che si può chiamare casa.

 

E voi? Che rapporto avete con l’idea di acquisto di una casa? Cosa pensate di vincolare parte dei vostri risparmi in un piano che può durare anche 30anni, per abitare ed allo stesso tempo dare alla vostra famiglia futura una base di ricchezza più ampia dalla quale partire? Rispondete nei commenti qui sul blog o condividetelo con i vostri amici che magari sono alle prese con il loro primo acquisto!

Commenti