Revolut e Robinhood, la guerra nel fintech sta per iniziare anche in Europa?
La guerra nel mondo fintech sta per iniziare? Come ogni nuovo mercato, come ogni nuovo settore imprenditoriale,
dopo la fase pioneristica in cui si assiste al proliferare di nuove imprese e
servizi, anche per il fintech (che si trova al termine di questa fase) è giunto
il momento di passare allo stage successivo: le imprese più innovative hanno
ormai raggiunto e consolidato la loro fetta di mercato, alcune imprese hanno
già raggiunto il breakeven point, cominciano ad esserci crescenti barriere all’ingresso
(sia legislative che economiche); ora tocca alla fase della concorrenza vera e
propria tra le “sopravvissute” alla prima
fase.
Il tutto convivendo con la
concorrenza già presente da parte dei grandi nomi della finanza dei singoli
paesi ed internazionali, e le normative previste da questi.
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la schermata dei conti collegati nell'app |
A prima vista potrebbe sembrare
stupido, ma io lo trovo geniale: avere contezza di tutta la propria liquidità
in un’unica app aiuta a gestire meglio le proprie risorse ed evitare di “fare
passi più lunghi della gamba”, specie se avete la possibilità di accedere al
c.d. overdraft (o, per gli italiani, lo scoperto bancario) che
spesso risulta essere molto più costoso ed insidioso di quello che ci si
aspetta.
Messa da parte questa novità, di
cui valeva la pena fare menzione perché utile ad avere un miglior quadro
generale delle nostre risorse, torniamo alla guerra.
Se avete notato, gran parte dei
blogger e videoblogger americani, usa, come proprio cavallo di battaglia per l’investimento
del proprio denaro, l’app Robinhood.
Questa applicazione è diventata
famosa soprattutto perché consente di operare con zero commissioni sui mercati
finanziari globali, guadagnando, quindi, solo impegnando il denaro non
investito dai propri utenti. Questa operazione ha, nel lungo termine, intaccato
il profitto di molti grandi broker americani e di alcune banche di
investimento, al punto da spingere uno dei grandi nomi statunitensi, Charles
Schwab, ad offrire lo stesso servizio. Per tutta risposta, Robinhood ha
cominciato ad offrire la possibilità di avere un “conto deposito” (non è
propriamente una banca, quindi non è il caso di paragonare le due cose, ma il
meccanismo di funzionamento è simile) che offre un interesse in linea con la
media del mercato, invadendo, quindi, il campo d’azione delle banche
tradizionali.
Ma tutto questo accade oltre
oceano, che cosa mai potrebbe interessare ad un europeo di ciò che accade nel paese
a stelle e strisce ?
Tra poco leggerete.

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il mio conto titoli ieri |
Per un investitore alle prime
armi, che sta ancora imparando a leggere in maniera efficace ed efficiente i bilanci
delle società, i loro rendiconti ed i documenti che attestano il flusso di
cassa (alias cash flow), si è già in “overkill”. Oltre 800 titoli
da ricercare, studiare e sui quali testare la propria comprensione del mercato.
Più che a sufficienza per allenare i propri “muscoli finanziari”. Devo ammettere
che con un approccio prudenziale e con la giusta dose di studio (tutti i
bilanci delle società che ho scelto sono stati letti con le pagine di “The
Intelligent Investor” aperte al mio fianco) qualche piccola soddisfazione è
arrivata, anche se avendo investito al termine del quarto trimestre del 2019
(ho cominciato infatti a fine novembre/inizio dicembre), ho fatto in tempo solo
ad avere l’ultimo quarto del dividendo di Coca Cola… quindi se ne parla per l’anno
nuovo per vedere il primo cash flow da dividendo da parte delle altre
partecipazioni acquistate.
E fin qui nulla di particolare.
In
Europa ci sono già altri servizi che offrono trading a zero commissioni, ed in
alcuni casi offrono un accesso ancora più diversificato ai mercati, offrono
strumenti migliori per scegliere se acquistare o meno una partecipazione
azionaria, offrono strumenti più complessi (come la possibilità di usare la leva
finanziaria), ma rimangono tutti ben distinti da un operatore dotato di
licenza bancaria come Revolut.
Quindi, al momento, non c’è stata
una guerra vera e propria tra l’app dalla debit card blu e le altre opzioni di
trading on line. Ognuna è rimasta fortemente nel proprio segmento di mercato e
nessuna guerra è scoppiata.
Tuttavia all’inizio del nuovo
anno Robinhood dovrebbe diventare operativa anche sul vecchio continente, a
partire dal mercato UK (insomma si torna nella foresta di Sherwood… che battuta!
Dovevo fare il comico, vero?).
La presenza di un nuovo competitor così “scomodo”
dotato di un’ampia esposizione su YouTube (che tra recensioni e video è
diventata la una delle principali piattaforme di informazione per i 30-40enni
che intendono compiere un qualsiasi sforzo economico), che offre la possibilità
di accedere praticamente a qualsiasi mercato mondiale, e che potenzialmente
potrebbe offrire anche un conto deposito (come già accade sul mercato americano),
dovrebbe forzare la mano agli operatori attivi sul vecchio continente e
forzarli ad accelerare il proprio cammino nello sviluppo di nuovi prodotti.
Se Revolut vuole sopravvivere ed
incrementare ancora la sua fetta di mercato, dovrebbe cominciare, quantomeno,
ad implementare alcuni dati sui bilanci delle aziende, qualcosa di simile a
Yahoo Finance sarebbe già fantastico, e, magari, offrire al pari di Monzo, la
possibilità di aprire qualche conto deposito che paghi un interesse, quantomeno
in linea con il mercato (qualcosa che batta l’inflazione sarebbe chiedere
troppo, mi rendo conto). In questo modo offrirebbe ai propri utenti una gamma
di prodotti destinati alla gestione del risparmio completa, per quanto basilare,
e consoliderebbe la propria posizione sul mercato, forzando anche le altre
imprese attive nel settore ad un processo di innovazione e di miglioramento dei
servizi che da tempo non si vive nel mercato del risparmio gestito.
Se questo non dovesse accadere,
prevedo un “gioco facile” nell’imporsi sul mercato per la società americana,
che dell’eroe inglese ha fatto il proprio marchio di fabbrica.
Nel frattempo, anche per testare
il prima possibile le possibilità da Robinhood mi sono messo nella “lista d’attesa”
per il release.

Se siete curiosi anche voi,
iscrivetevi al blog e seguitelo.
Sto pian piano cominciando anche
a postare su Instagram @the_caffetteria_boy.
Sperando che il post vi piaccia, vi
do appuntamento al prossimo post per il “bilancio mensile” (ed in questo
caso, anche annuale) e gli auguri/propositi per il 2020.
A presto!
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