Revolut e Robinhood, la guerra nel fintech sta per iniziare anche in Europa?


La guerra nel mondo fintech sta per iniziare? Come ogni nuovo mercato, come ogni nuovo settore imprenditoriale, dopo la fase pioneristica in cui si assiste al proliferare di nuove imprese e servizi, anche per il fintech (che si trova al termine di questa fase) è giunto il momento di passare allo stage successivo: le imprese più innovative hanno ormai raggiunto e consolidato la loro fetta di mercato, alcune imprese hanno già raggiunto il breakeven point, cominciano ad esserci crescenti barriere all’ingresso (sia legislative che economiche); ora tocca alla fase della concorrenza vera e propria tra le  “sopravvissute” alla prima fase.
Il tutto convivendo con la concorrenza già presente da parte dei grandi nomi della finanza dei singoli paesi ed internazionali, e le normative previste da questi.
la schermata dei conti collegati nell'app

Questo articolo, come potete intuire dal nome, riguarda più da vicino Revolut. Anzitutto occorre notare che, sebbene ancora in fase di Beta Testing (mi sono iscritto non appena ho visto la novità), in adempimento con le previsioni legislative inglesi, per i residenti nel Regno Unito è disponibile la possibilità di accedere all’open Banking: all’interno dell’app (così come in quelle di molti altri operatori bancari inglesi) sarà possibile monitorare l’andamento dei singoli conti correnti collegati al vostro NIN ed alla vostra residenza nel Regno Unito.

A prima vista potrebbe sembrare stupido, ma io lo trovo geniale: avere contezza di tutta la propria liquidità in un’unica app aiuta a gestire meglio le proprie risorse ed evitare di “fare passi più lunghi della gamba”, specie se avete la possibilità di accedere al c.d. overdraft (o, per gli italiani, lo scoperto bancario) che spesso risulta essere molto più costoso ed insidioso di quello che ci si aspetta.
Messa da parte questa novità, di cui valeva la pena fare menzione perché utile ad avere un miglior quadro generale delle nostre risorse, torniamo alla guerra.

Se avete notato, gran parte dei blogger e videoblogger americani, usa, come proprio cavallo di battaglia per l’investimento del proprio denaro, l’app Robinhood.


Questa applicazione è diventata famosa soprattutto perché consente di operare con zero commissioni sui mercati finanziari globali, guadagnando, quindi, solo impegnando il denaro non investito dai propri utenti. Questa operazione ha, nel lungo termine, intaccato il profitto di molti grandi broker americani e di alcune banche di investimento, al punto da spingere uno dei grandi nomi statunitensi, Charles Schwab, ad offrire lo stesso servizio. Per tutta risposta, Robinhood ha cominciato ad offrire la possibilità di avere un “conto deposito” (non è propriamente una banca, quindi non è il caso di paragonare le due cose, ma il meccanismo di funzionamento è simile) che offre un interesse in linea con la media del mercato, invadendo, quindi, il campo d’azione delle banche tradizionali.

Ma tutto questo accade oltre oceano, che cosa mai potrebbe interessare ad un europeo di ciò che accade nel paese a stelle e strisce ?

Tra poco leggerete.


Come detto in un precedente articolo, tramite Revolut, oltre alla possibilità di cambiare denaro al tasso di conversione interbancario pagando zero commissioni, di prelevare in valuta locale a zero commissioni (una volta effettuate le operazioni di cambio in app), di aprire dei vault e depositarvi automaticamente il denaro (rendendo più efficace il risparmio), offre anche la possibilità di investire i propri risparmi (sarebbe meglio dire la parte che ci sentiamo liberi di poter perdere) sul mercato azionario americano (nel momento in cui scrivo, dicembre 2019).
il mio conto titoli ieri

Per un investitore alle prime armi, che sta ancora imparando a leggere in maniera efficace ed efficiente i bilanci delle società, i loro rendiconti ed i documenti che attestano il flusso di cassa (alias cash flow), si è già in “overkill”. Oltre 800 titoli da ricercare, studiare e sui quali testare la propria comprensione del mercato. Più che a sufficienza per allenare i propri “muscoli finanziari”. Devo ammettere che con un approccio prudenziale e con la giusta dose di studio (tutti i bilanci delle società che ho scelto sono stati letti con le pagine di “The Intelligent Investor” aperte al mio fianco) qualche piccola soddisfazione è arrivata, anche se avendo investito al termine del quarto trimestre del 2019 (ho cominciato infatti a fine novembre/inizio dicembre), ho fatto in tempo solo ad avere l’ultimo quarto del dividendo di Coca Cola… quindi se ne parla per l’anno nuovo per vedere il primo cash flow da dividendo da parte delle altre partecipazioni acquistate.

E fin qui nulla di particolare. 

In Europa ci sono già altri servizi che offrono trading a zero commissioni, ed in alcuni casi offrono un accesso ancora più diversificato ai mercati, offrono strumenti migliori per scegliere se acquistare o meno una partecipazione azionaria, offrono strumenti più complessi (come la possibilità di usare la leva finanziaria), ma rimangono tutti ben distinti da un operatore dotato di licenza bancaria come Revolut.

Quindi, al momento, non c’è stata una guerra vera e propria tra l’app dalla debit card blu e le altre opzioni di trading on line. Ognuna è rimasta fortemente nel proprio segmento di mercato e nessuna guerra è scoppiata.

Tuttavia all’inizio del nuovo anno Robinhood dovrebbe diventare operativa anche sul vecchio continente, a partire dal mercato UK (insomma si torna nella foresta di Sherwood… che battuta! Dovevo fare il comico, vero?).

La presenza di un nuovo competitor così “scomodo” dotato di un’ampia esposizione su YouTube (che tra recensioni e video è diventata la una delle principali piattaforme di informazione per i 30-40enni che intendono compiere un qualsiasi sforzo economico), che offre la possibilità di accedere praticamente a qualsiasi mercato mondiale, e che potenzialmente potrebbe offrire anche un conto deposito (come già accade sul mercato americano), dovrebbe forzare la mano agli operatori attivi sul vecchio continente e forzarli ad accelerare il proprio cammino nello sviluppo di nuovi prodotti.

Se Revolut vuole sopravvivere ed incrementare ancora la sua fetta di mercato, dovrebbe cominciare, quantomeno, ad implementare alcuni dati sui bilanci delle aziende, qualcosa di simile a Yahoo Finance sarebbe già fantastico, e, magari, offrire al pari di Monzo, la possibilità di aprire qualche conto deposito che paghi un interesse, quantomeno in linea con il mercato (qualcosa che batta l’inflazione sarebbe chiedere troppo, mi rendo conto). In questo modo offrirebbe ai propri utenti una gamma di prodotti destinati alla gestione del risparmio completa, per quanto basilare, e consoliderebbe la propria posizione sul mercato, forzando anche le altre imprese attive nel settore ad un processo di innovazione e di miglioramento dei servizi che da tempo non si vive nel mercato del risparmio gestito.

Se questo non dovesse accadere, prevedo un “gioco facile” nell’imporsi sul mercato per la società americana, che dell’eroe inglese ha fatto il proprio marchio di fabbrica.

Nel frattempo, anche per testare il prima possibile le possibilità da Robinhood mi sono messo nella “lista d’attesa” per il release.

Se volete iscrivervi anche voi alla waiting list, fatelo tramite il mio link, mi aiutereste a “salire in classifica” aiutandomi ad essere tra i primi ad ottenere l’app e testarla.

Se siete curiosi anche voi, iscrivetevi al blog e seguitelo.

Sto pian piano cominciando anche a postare su Instagram @the_caffetteria_boy.

Sperando che il post vi piaccia, vi do appuntamento al prossimo post per il “bilancio mensile” (ed in questo caso, anche annuale) e gli auguri/propositi per il 2020.

A presto!

Commenti